17 ottobre 2022 / 30 ottobre 2022, Domenica.
Domenica 20a dopo Pentecoste. Non c’è digiuno. Tono 3°.
Del profeta Osea (820 a.C.). Del ven. mart. Andrea di Creta (767). Del ven. Antonio Leokhnovskij, di Novgorod, igùmeno (1611). Dei martt. anargiri Cosma e Damiano dell’Arabia e i loro fratelli martt. Leonzio, Antimo e Eutropio (287 oppure 303). Traslazione delle reliquie del giusto Lazzaro dei Quattro Giorni, vesc. di Chitia (898).
Degli ieromartt. Neofita Ljubimov e Anatolio Ivanovskij presbiteri, dei venn. martt. Giacinto (Pitatelev) e Callisto (Oparin), monaci (1918); dello ieromart. Alessandro (Ščukin), arciv. di Semipalatinsk (1937). Delle icone della Madre di Dio, chiamate “Vergine prima e dopo il parto” (1827) e “Liberatrice”.
Prochimeno, tono 3° [salmo 46]: Cantate al nostro Dio, cantate,* cantate al nostro re, cantate.
Versetto: Tutte le nazioni, battete le mani, gridate a Dio con voce di giubilo.
Apostolo: Gal § 200 (1:11-19).
Lettura dell’epistola di Paolo ai Gàlati (1, 11-19)
Fratelli, vi rendo noto che il vangelo da me annunziato non è secondo l’uomo: infatti non l’ho ricevuto da un uomo né sono stato ammaestrato se non per rivelazione di Gesù Cristo. Avete udito certamente della mia condotta d’un tempo nel giudaismo: perseguitavo oltre ogni limite la Chiesa di Dio e la devastavo. Superavo nel giudaismo molti coetanei del mio popolo, essendo ben più di loro zelante delle tradizioni dei miei padri. Quando poi piacque a Dio – che mi aveva separato fin dal ventre di mia madre e mi aveva chiamato con la sua grazia – di rivelare il Figlio suo in me, affinché lo evangelizzassi ai gentili, subito, senza chiedere consiglio alla carne o al sangue, senza salire a Gerusalemme da quelli che erano apostoli prima di me, partii per l’Arabia e poi tornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per vedere Cefa e mi trattenni presso di lui quindici giorni. Degli apostoli non vidi altro se non Giacomo, il fratello del Signore.
Alleluia, tono 3° [salmo 30]: In te, Signore, ho sperato, che io non mi vergogni nei secoli.
Versetto: Sii per me un Dio protettore e una casa di rifugio, per salvarmi.
Vangelo: Lc § 35 (8:5-15).
Lettura dal Vangelo secondo Luca (8, 5-15) Disse il Signore questa parabola: «Uscì il seminatore a seminare i suoi semi. Mentre seminava, uno cadde lungo la strada, fu calpestato e gli uccelli lo mangiarono. Un altro cadde sulla roccia, germogliò e si seccò perché non aveva umidità. Un altro cadde in mezzo alle spine, le spine crebbero insieme e lo soffocarono. Un altro cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto”. E detto questo, gridò: “Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!” Allora i suoi discepoli gli chiedevano cosa fosse questa parabola. Ed egli disse: “A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio; agli altri parlo in parabole affinché guardando non vedano e ascoltando non comprendano. La parabola è questa: il seme è la parola di Dio. Quelli lungo la strada sono quelli che hanno ascoltato ma poi viene il diavolo e toglie la parola dal loro cuore perché, non avendo creduto, non siano salvati. Quelli sulla roccia sono quelli che ascoltano con gioia e accolgono la parola ma non hanno radice: per il momento credono, ma al tempo della tentazione si allontanano. Quello che è caduto tra le spine, sono quelli che hanno ascoltato ma, camminando sotto le preoccupazioni, e la ricchezza, e i piaceri della vita, restano soffocati e non arrivano a maturazione. Quello nella terra buona, sono quelli che hanno ascoltato la parola e la conservano in un cuore bello e buono, e nella pazienza portano frutto.”»