Gadareni anche noi

Nella letteratura e nel cinema sono frequenti le opere in cui si immagina un ritorno di Cristo ai nostri giorni, dell’impatto della presenza del Salvatore in un mondo progredito ed emancipato che però probabilmente nei cuori e nelle menti non è così lontano da quello vissuto dal Figlio di Dio incarnatosi. Un mondo che con i suoi valori e le sue priorità è spesso lontano dal Vangelo, dalla buona notizia portata dal Cristo.

Gadara (o Gerasa secondo Marco e Luca) è una città della Decapoli, terra pagana e per di più occupata dai Romani e come tale culturalmente e religiosamente distante dai luoghi originari di Gesù. Eppure il Salvatore la visita e vi si reca probabilmente consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato e che prontamente si manifestano in una reazione di totale rifiuto della sua persona e del suo messaggio. Gli indemoniati e tutti i cittadini di Gadara di cui parla l’evangelista Matteo hanno una reazione analoga alla presenza del Salvatore: una reazione furiosa e violenta – Matteo utilizza lo stesso verbo exerchomai, gli indemoniati dalle tombe i cittadini dalla città – e lo pregano entrambi, gli uni di cacciarlo nel branco dei porci e gli altri di andare via dalla loro città.

Entrambi chiedono al Salvatore di stare lontani da loro. Perché? Perché il Cristo è venuto ad annunciare una liberazione che essi non vogliono: entrambi, indemoniati e cittadini, vogliono rimanere nei loro sepolcri, vogliono rimanere sottomessi ai loro dominatori e al loro guadagno dato dalle mandrie di porci che solo i pagani possono allevare per averne un cospicuo reddito. I demoni in questo caso sono uno spirito negativo di violenza che possiede non solo gli indemoniati ma l’intera città che è tutt’uno ormai con gli occupanti romani che esercitano il loro potere con la forza e la violenza. E non è un caso che il maiale o meglio il cinghiale fosse il simbolo della X legione romana, proprio quella stanziata in quei territori.

Entrambi respingono il Salvatore ma il Salvatore non respinge loro ma lo spirito che li possiede che scaccia in un branco di porci, simbolo del loro benessere opprimente, che si precipita in un dirupo per perire nel mare.

La liberazione avviene comunque perché Nostro Signore Gesù Cristo è più forte e potente di qualunque potenza mondana, di qualunque cupidità e peccato. Ma quella città resta nel suo rifiuto e Gesù passa all’altra riva.

Il brano del Vangelo si conclude con l’affermazione della potenza e della Signoria di Cristo ma anche della libertà degli uomini di rifiutarlo.

Questa è la storia dei Gadareni ma anche di tutti quegli uomini che alla liberazione del Cristo scelgono l’oppressione del proprio branco di porci, dei propri beni, dei propri privilegi che li fa essere violenti e aggressivi contro il Bene.

5a Domenica dopo Pentecoste

4/17 luglio 2022, Domenica.

Domenica 5a dopo Pentecoste. Tono 4°. Non c’è digiuno.

Dello ierarca Andrea, arcivescovo di Creta (712-726). Della ven. Marta, madre di Simeone della Montagna Meravigliosa (551). Del ven. Andrea Rublëv, iconografo (XV). Dei santi che sopportavano la passione, lo tsar Nicola, la tsaritsa Alessandra, lo tsarevich Alessio, le grandi principesse Ol’ga, Tatiana, Maria e Anastasia e del santo che sopportava la passione, il medico Eugenio (1918).Del grande principe retto-credente Andrea Bogoljubskij (1174). Ritrovamento delle reliquie del ven. Eutimio, taumaturgo di Suzdal’ (1507 oppure 1512) (per l’ufficiatura vedi 1 aprile). Dei martt. Teodote e Teodozia (108). Dello ieromart. Teodoro, vesc. di Cirene (310). Degli ieromartt. Sabba (Trlaić), vesc. di Gornokarlovac, e Giorgio presbitero (1941) (Serb.). Dei venn. Tichone, Basilio e Nicone dei Solovki (XVI) (celebrazione mobile la 1a domenica dopo 29
giugno/12 luglio). Dello ierarca Arsenio, vesc. di Tver (celebrazione mobile la 1a domenica dopo 29 giugno/12 luglio). Sinassi dei santi di Tver’ (celebrazione mobile la 1a domenica dopo 29 giugno/12 luglio) 1 . Dello ieromart. Demetrio Kazanskij, presbitero (1942). Dell’icona della Madre di Dio di Galata.

Apostolo: Romani 10:1-10

1 Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera sale a Dio per la loro salvezza. 2 Rendo infatti loro testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza; 3 poiché, ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio. 4 Ora, il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede. 5 Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così: L`uomo che la pratica vivrà per essa. 6 Invece la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere Cristo;7 oppure: Chi discenderà nell`abisso? Questo significa far risalire Cristo dai morti. 8Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo. 9 Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. 10 Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.


Vangelo: Matteo 8:28-9:1

 28 Giunto all`altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. 29 Cominciarono a gridare: “Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?”. 30 A qualche distanza da loro c`era una numerosa mandria di porci a pascolare; 31 e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: “Se ci scacci, mandaci in quella mandria”. 32 Egli disse loro: “Andate!”. Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. 33 I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. 34 Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.

1 Salito su una barca, Gesù passò all`altra riva e giunse nella sua città. 

Molti verranno da Oriente ed Occidente

Il brano del capitolo 8 del Vangelo di Matteo che la Chiesa di propone in questa quarta Domenica dopo Pentecoste sembra essere destinato a tutti quei cristiani che vestono Cristo con la propria bandiera nazionale, che credono che che la Salvezza sia rivolta ad una nazione o ad un popolo in particolare. L’episodio della guarigione del servo del centurione è una sonora smentita per i giudei del tempo di Gesù che pensavano che la Salvezza fosse solo per Israele e per i cristiani che oggi credono di essere salvati dalla lingua o dalle proprie tradizioni nazionali. Il Salvatore non guarda al luogo di nascita o al passaporto, guarda esclusivamente alla fede.

Ed ecco che un centurione romano, pagano di nascita e membro di un esercito straniero ed occupante, diventa modello di fede per tutti. Il centurione e il suo servo non si salvano per la loro nazionalità ma per la loro autentica e profonda professione di fede nel Signore. E il Signore è ammirato da questa fede e la riconosce pubblicamente: “in verità vi dico che da nessuno in Israele ho trovato una tale fede”.

Il Salvatore non riconosce solo la fede del centurione romano ma apre la Salvezza a tutti i popoli: “e vi dico che verranno molti da Oriente e da Occidente e si porranno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”. In Cristo non c’è Oriente ed Occidente c’è solo l’amore senza confini di Dio, amore che guarisce e sana e restituisce l’umanità alla vita.

Dice il Signore: “Io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno” (Lc 22,29-30). Il “per voi” della promessa del Salvatore è un “per voi” inclusivo, dove la condizione essenziale non è la nazionalità o il rispetto delle regole ma soltanto l’amore è la fede in Cristo.

4a Domenica dopo Pentecoste

27 giugno/10 luglio 2022, Domenica.

Domenica 4a dopo Pentecoste. Tono 3°. Digiuno degli apostoli.

Del ven. Sansone l’ospitaliere (c. 530). Della giusta Giovanna la mirofora (I). Ritrovamento delle reliquie del ven. Ambrogio di Optina (1998) (per l’ufficiatura vedi 19 ottobre). Del ven. Serapione Kožeezerskij (1611). Del ven. Severo presbitero (VI). Del ven. Georgio d’Iberia, atonita (1065) (Georg.). Del ven. Martino di Turov (dopo 1146). Sinassi dei venerabili padri delle Grotte di Pskov (festa mobile la 4a domenica dopo Pentecoste) 1 . Dei venn. martt. Neofita, Giona, Neofita, Giona e Partenio di Lipsi (celebrazione mobile la domenica dopo il 27 giugno/10 luglio)*. Ufficiatura di ringraziamento a Dio, glorificato nella Santa Trinità, per la grande vittoria data da Dio sul re svevo Carlo XII e la sua armata, successa a Poltava nell’anno 1703 dopo l’incarnazione del Signore, il giorno 27° del mese di giugno. Dello ieromart. Gregorio Nikol’skij, presbitero, degli ieromartt. Alessandro Sidorov e Vladimiro Sergeev, presbiteri (1918); dello ieromart. Pietro Ostroumov, presbitero (1939).

Apostolo: Romani 6:18-23

Fratelli, liberati dal peccato, siete stati fatti schiavi della giustizia. Parlo in termini umani a causa della debolezza della vostra carne. Come infatti avete portato le vostre membra a essere schiave di impurità e iniquità per l’iniquità, così ora offrite le vostre membra in servizio della giustizia per la santificazione. Quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi in rapporto alla giustizia. Quale frutto avevate allora in quelle cose di cui ora arrossite? Il loro fine infatti è la morte. Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e il fine è la vita eterna. Il salario del peccato è la morte, mentre il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.

Vangelo: Matteo 8:5-13

In quel tempo Gesù entrò in Cafarnao e gli venne incontro un centurione che lo supplicava dicendo: “Signore, il mio servo giace in casa paralitico e terribilmente tormentato”. Gesù gli risponde: “Io verrò e lo guarirò”. Ma il centurione rispose dicendo: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io sono uomo sotto autorità, ma sotto di me ho soldati e dico a questo: Va’, ed egli va; e all’altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa”. All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a chi lo seguiva: “In verità vi dico che da nessuno in Israele ho trovato una tale fede. E vi dico che verranno molti da Oriente e da Occidente e si porranno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nella tenebra esterna, ove sarà pianto e digrignar di denti”. E Gesù disse al centurione: “Va’, e per te avvenga come hai creduto”. A quell’ora il giovane guarì.

3a Domenica dopo Pentecoste

20 giugno/3 luglio 2022, Domenica

Domenica 3a dopo Pentecoste. Digiuno degli apostoli. Tono 2°.

Dello ierom. Metodio, vesc. di Patara (312). Del principe retto-credente Gleb di Vladimir (figlio di sant’Andrea Bogoljubskij) (1175). Del pari agli app. Naum di Ochrida (per l’ufficiatura vedi 23 dicembre). Sinassi di tutti i martiri neoapparsi di Cristo che soffrirono dopo la presa di Costantinopoli (celebrazione mobile la 3a Domenica dopo
Pentecoste) 1 . Dello ierarca Mena, vesc. di Polozk (1116). Trasferimento delle reliquie dello ierarca Gurij, arciv. di Kazan’ (1630). Delle martt. Inna, Pinna e Rimma (I-II). Degli ieromartt. Aristocle presbitero, Demetriano diacono e mart. Atanasio lettore (c. 306). Dello ierarca Leucio conf., vesc. di Bruntisiopoli (V).
Del giusto Nicola Cabasila (c. 1397). Celebrazione a Vologda di tutti i venerabili padri di Vologda (celebrazione mobile la 3a Domenica dopo Pentecoste) 3 . Sinassi dei santi di Novgorod (celebrazione mobile la 3a Domenica dopo Pentecoste) 2 . Sinassi dei santi bielorussi (celebrazione mobile la 3a Domenica dopo Pentecoste) 4 . Sinassi dei santi di Pskov (celebrazione mobile la 3a Domenica dopo Pentecoste). Sinassi dei santi di San Pietroburgo (celebrazione mobile la 3a Domenica dopo Pentecoste). Sinassi dei santi della terra di Udmurt (celebrazione mobile la 3a Domenica dopo Pentecoste). Del conf. Nicola Florov, presbitero (1933). Delle icone della Madre di Dio: di Korobejnikov-Kazan’ (celebrazione mobile la 1a domenica dopo il 18 giugno / 1 luglio) e di Modena (di Kosin).

Prochimeno, tono 2° [salmo 117]: La mia forza e il mio canto è il Signore,* e si è fatto mia
salvezza. Versetto: Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte.

Apostolo: Romani 5:1-10

Fratelli, giustificàti per la fede, abbiamo pace con Dio per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo. Grazie a lui abbiamo avuto nella fede l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci gloriamo, nella speranza della gloria di Dio. Non solo: ci gloriamo perfino nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una fedeltà a tutta prova, la fedeltà provata la speranza. La speranza poi non delude, poiché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo che ci è stato dato. Inoltre, infatti, quando eravamo ancora infermi, al tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, è difficile che qualcuno sia disposto a morire per un giusto; per un buono forse uno osa anche morire. Ma Dio dimostra il suo amore per noi perché, essendo ancora peccatori, Cristo morì per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, da nemici, siamo stati riconciliati con Dio in virtù della morte del Figlio suo, quanto più, da riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

Alleluia, tono 2° [salmo 19]. Ti esaudisca il Signore nel giorno della tribolazione, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
Versetto: Signore, salva il re ed esaudiscici, nel giorno in cui ti invochiamo.

Vangelo: Matteo 6:22-33.

Disse il Signore: “Lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanta tenebra! Nessuno può servire a due padroni: o odierà uno e amerà l’altro, o si attaccherà a uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mamonà. Perciò vi dico: non affannatevi per la vostra vita, cosa mangiare o cosa bere, e neanche per il vostro corpo, cosa indossare; la vita non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Voi non contate più di loro? E chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un solo cubito alla sua statura? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, quanto più voi, gente di poca fede! Non affannatevi dunque dicendo: Che mangiamo? Che beviamo? Che indossiamo? Tutte queste cose le cercano i gentili; il Padre vostro celeste infatti sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate invece prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno messe davanti”.

2a Domenica dopo Pentecoste

Domenica 2a dopo Pentecoste, di Tutti i santi che hanno brillato sulla terra della Russia. Tono 1°. Digiuno degli apostoli.

Della mart. Aquilina l’Anziana (293). Dello ierarca Trifillio, vesc. di Leucosia di Cipro (c. 370). Della ven. Alessandra di Diveevo (Mel’gunova) (1789). Dello ieromart. Alessio Arkhangel’skij, presbitero (1918); dello ieromart. Demetrio presbitero (1940); della mart. Pelagia Zhidko (1944). Dei venn. Andronico, igùmeno (c. 1395), Sabba (XV), Alessandro, Daniele e Andrea di Mosca. Della mart. Antonina di Nicea (284-305). Dei venn. Anna (Eutimiana) (826) e suo figlio Giovanni di Bitinia (IX). Di tutti i padri venerabili e teofori che hanno brillato sul Santo Monte Athos (festa mobile la domenica 2a dopo Pentecoste). Di tutti i santi che hanno brillato in Bulgaria (celebrazione mobile la Domenica 2° dopo Pentecoste).

Apostolo: Romani 2:10-16

Fratelli, gloria e onore e pace a chiunque operi il bene, sia Giudeo in primo luogo che Greco: presso Dio, infatti, non c’è preferenza di persona. Quelli che senza la Legge hanno peccato, moriranno senza legge; quelli nella Legge che hanno peccato, saranno giudicati per mezzo della legge. Giusti davanti a Dio non sono quelli che ascoltano la Legge: sarà giustificato chi opera la legge. Infatti, quando i gentili che non hanno la Legge fanno secondo natura le opere della Legge, essi che non hanno la Legge sono legge a sé stessi. Essi dimostrano che l’opera della Legge è scritta nei loro cuori, dato che la loro coscienza rende testimonianza e i loro ragionamenti si accusano o si difendono tra di loro nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini secondo il mio vangelo, per mezzo di Cristo Gesù.

Vangelo: Matteo 4:18-23

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, detto Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, infatti erano pescatori. E disse loro: “Seguitemi e vi farò pescatori di uomini.” Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che insieme con Zebedeo, loro padre, aggiustavano le loro reti sulla barca. Li chiamò ed essi, lasciata la barca e loro padre, subito lo seguirono. E Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia ed ogni infermità nel popolo.

1a Domenica dopo Pentecoste, di Tutti i santi.

Domenica, 6/19 giugno 2022

1a Domenica dopo Pentecoste, di Tutti i santi, tono 8° .
Del ven. Bessarione, taumaturgo di Egitto (IV-V). Del ven. Ilarione il Nuovo, igùmeno (845). Del ven. Raffaele conf. (1957). Dello ierarca Giona, vesc. di Grande Perm (1470). Del ven. Païsij di Uglič (1504). Del ven. Giona di Klimetsk (Klimenetsk) (1534). Delle venn. martt. vergini Archelaia, Tecla e Sosanna (293). Del conf. Rafaele (Šejčenko), ieromonaco (1957). Delle icone della Madre di Dio: “Addolcimento dei cuori irati” (delle sette spade), “Muro non crollato” (celebrazione mobile la Domenica di Tutti i santi) e di Pimenov (portata a Mosca nel 1387).

Vigilia del Digiuno degli Apostoli (digiuno di Pietro).

Apostolo: Ebrei 11:33-12:2

Fratelli, tutti i santi per mezzo della fede hanno abbattuto regni, hanno operato la giustizia, hanno conseguito le promesse, hanno chiuso la bocca dei leoni, hanno spento la potenza del fuoco, sono sfuggiti al filo delle lame, sono stati rinvigoriti dalla malattia, sono diventati forti in guerra, hanno messo in fuga le schiere degli stranieri, le donne hanno ricevuto dopo la risurrezione i loro morti. Altri invece furono torturati, non accettando la liberazione onde ottenere una risurrezione migliore. Altri provarono scherni e flagelli, catene e prigione. Furono presi a sassate, furono segati, morirono assassinati a coltellate, vagarono coperti con pelli di pecore e capre, bisognosi, afflitti, maltrattati – di loro il mondo non era degno! – errando nei deserti e sui monti, nelle grotte e nelle fenditure della terra. Tutti questi, pur avendo ricevuto testimonianza per mezzo della fede, non hanno ottenuto la promessa avendo Dio previsto per noi qualcosa di meglio, affinché non giungessero alla perfezione senza di noi. Anche noi dunque, circondati da tale nube di testimoni, deposto tutto ciò che appesantisce e il peccato che ci irretisce, corriamo con pazienza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede.

Vangelo: Matteo 10:32-33, 37-38; 19:27-30.

Disse il Signore ai suoi discepoli: “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me”. Allora Pietro rispose e gli disse: “Ecco, noi abbiamo abbandonato tutto e ti abbiamo seguito; che ne sarà dunque a noi?” E Gesù disse loro: “In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo siederà sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. E chi ha lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o moglie, o figli, o campi per il mio nome, riceverà il centuplo e avrà in eredità la vita eterna. Molti primi saranno ultimi e gli ultimi primi”.

Giorno della Santa Trinità. Pentecoste.

Domenica 8a dopo Pasqua. IL GIORNO DELLA SANTA TRINITA’, PENTECOSTE.
Non c’è digiuno. Tono 7°.

Del ven. Isacco conf., igùmeno del monastero di Dalmata (383). Sinassi dei santi della metropolia di Penza. Dello ieromart. Basilio Smolenskij presbitero (1942). Dello ierarca
Filippo, metropolita di Mosca.

Apostolo: Atti 2:1–11

Al compiersi del giorno della Pentecoste, tutti gli apostoli erano insieme nello stesso luogo. D’improvviso ci fu dal cielo un suono, come l’irrompere di un soffio violento, che riempì tutta la casa dove erano seduti – apparvero loro distinte lingue come di fuoco – e si posò su ciascuno di loro. Tutti furono ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei, uomini devoti da tutte le nazioni che sono sotto il cielo. Al prodursi di quella voce, si radunò una gran folla, turbata perché ognuno li udiva parlare nella propria lingua. Fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono Galilei? Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua nativa? Parti, Midi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle regioni della Libia presso Cirene, Romani residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, li sentiamo parlare nelle nostre lingue delle grandezze di Dio.”

Vangelo: Giovanni 7: 37–52; 8:12.

Nell’ultimo giorno, quello grande della festa, Gesù stava in piedi e gridò dicendo: “Se qualcuno ha sete venga a me e beva chi crede in me; come ha detto la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo grembo”. Questo egli disse dello Spirito che i credenti in lui stavano per ricevere: infatti non c’era ancora lo Spirito Santo, perché Gesù non era stato ancora glorificato. All’udire queste parole, alcuni fra la folla dicevano: “Questi è davvero il profeta!”; altri dicevano: “Questi è il Cristo!”; altri invece dicevano: “Ma il Cristo viene dalla Galilea? Non ha detto la Scrittura che il Cristo viene dal seme di David e da Betlemme, il villaggio dov’era David?” E ci fu dissenso tra la folla a causa di lui. Alcuni di loro volevano prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: “Perché non lo avete condotto?” Risposero le guardie: “Mai un uomo ha parlato così!” Ma i farisei replicarono loro: “Anche voi siete stati ingannati? Gli ha creduto qualcuno fra i capi o fra i farisei? Ma questa folla che non conosce la Legge! Sono maledetti!” Nicodemo, uno di loro, che era andato da Gesù di notte, dice loro: “La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere cosa fa?” Risposero e gli dissero: “Sei anche tu della Galilea? Studia e vedi che non sorge profeta dalla Galilea!” E Gesù parlava di nuovo, dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nella tenebra, ma avrà la luce della vita”.

Domenica delle Palme

4/17 aprile 2022, Domenica.

Domenica 6a, delle palme. L’INGRESSO DEL SIGNORE A GERUSALEMME. Tono
2°. Calendario del digiuno.

Dei venn. Giuseppe l’innografo (883) e Giorgio di Malea (IX).
Dell’icona della Madre di Dio “Liberatrice”. Dello ieromart. Niceta lo slavo, dell’Athos. Del ven. Giuseppe delle molte pene, delle Grotte, nelle Grotte lontane (XIV). Del ven. Zosima Vorbozomskij (c. 1550). Del ven. Zosima della Palestina (c. 560). Delle martiri Fervufa vergine, sua sorella e serva (341-343). Dei venn. martt. Beniamino (Kononov), archimandrita, e Niceforo (Kuchin) dei Solovki (1928) 1 ; dello ieromart. Nicola (Karaulov), vesc. di Vel’sk, della ven. mart. Maria Gatčinskaja, monaca (1932); dello ieromart. Giovanni Večorko, presbitero (1933); del mart. Giovanni Kolesnikov (1943). Dell’icona della Madre di Dio, chiamata “Gerondissa”.

Apostolo: Filippesi 4:4-9

4Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. 5 La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! 6 Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; 7e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. 8 In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. 9 Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi!

Vangelo: Giovanni 12:1-18

1 Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2 E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3 Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell`unguento. 4 Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: 5 “Perché quest`olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?”. 6 Questo egli disse non perché gl`importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7 Gesù allora disse: “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”. 9 Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10 I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, 11 perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
12 Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, 13 prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:

Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d`Israele! 14 Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: 15 Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto sopra un puledro d`asina. 16 Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto. 17 Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza. 18 Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno.

5a Domenica di Quaresima – Santa Maria Egiziaca

28 marzo/10 aprile 2022, Domenica

Domenica 5a del Grande digiuno, della Venerabile Maria Egiziaca (celebrazione mobile la 5a Domenica del Grande Digiuno). Tono 1°. Giorno di digiuno.

Del ven. Ilarione il Nuovo, igùmeno di Pelichito (c. 754). Del ven. Stefano il taumaturgo, conf., igùmeno di Trighlia (c. 815). Del ven. mart. Eustrazio delle Grotte, nelle Grotte vicine (1097). Del ven. Ilarione di Pskovoezersk, di Gdov (1476). Dei martt. Giona e Barachisio e altri con loro (c. 330). Del mart. Bojan (Enravot), princ. bulgaro (c. 830). Di san Nicola Postnikov, conf., presbitero (1931); dello ieromart. Basilio Malinin, presbitero (1938); del mart. Giovanni Chernov (1939).

Apostolo: Ebrei 9:11-14

11 Cristo invece, venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, 12 non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, dopo averci ottenuto una redenzione eterna. 13 Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne,14 quanto più il sangue di Cristo, il quale con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla opere morte, per servire il Dio vivente?

Vangelo: Marco 10:32-45

32 Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore. Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto: 33 “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell`uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, 34 lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà”.
35 E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: “Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo”. 36Egli disse loro: “Cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero: 37 “Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. 38 Gesù disse loro: “Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo”. 39 E Gesù disse: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”. 41 All`udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. 43 Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, 44 e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. 45 Il Figlio dell`uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.